Aspetti critici della simpatectomia toracica

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Iperidrosi ed eritrofobia


- reazioni eccessive del sistema neurovegetativo -



Aspetti controversi della simpatectomia toracica (ETS)

Analisi critica della chirurgia del sistema simpatico

dott. Ivo Tarfusser



CONSIDERAZIONI INIZIALI  ⇧ 

Cercando informazioni sulla simpaticectomia endoscopica toracica (ETS), sul web o nella letteratura scientifica, è difficile trovare chiarezza nella giungla di dichiarazioni controverse, commenti e affermazioni di professionisti medici, pazienti, comunità, ecc. Sono stati fatti alcuni sforzi per standardizzare alcune questioni, come la valutazione dei parametri di qualità della vita, ma c'è ancora troppa imprecisione quando si definiscono dettagli di metodi, procedure e risultati, il che rende quasi impossibile, non solo per i pazienti ma anche per i professionisti, valutare e confrontare metodi e risultati della chirurgia del sistema simpatico.

I giudizi vanno dalla cura miracolosa, con risultati davvero notevoli, a commenti molto negativi o addirittura la condanna di questo intervento chirurgico. In alcuni paesi, l'impiego dell'ETS è stato limitato o addirittura vietato, dopo che un certo numero di pazienti era stato colpito da gravi complicanze. Per la maggior parte dei pazienti, l'ETS ha rappresentato un miglioramento significativo della qualità della vita, ma esiste una minoranza di pazienti che hanno subito gravi effetti collaterali a lungo termine. È altamente probabile che questa divergenza debba essere attribuita a fattori legati alla tecnica chirurgica, piuttosto che alla predisposizione individuale ad una reazione avversa dell'organismo all'intervento.

In realtà ci sono molti modi in cui diversi chirurghi eseguono la ETS, creando un grande caos per quanto riguarda la terminologia (ad esempio ETS T3, T2, T2 + T3, T4, R2, R3, ecc.). Procedure correttamente eseguite al livello ottimale della catena simpatica, osservando il principio del minimo trauma per ottenere il risultato desiderato, vengono riportate con la stessa identica voce (ad esempio ETS T3) in letteratura, come delle tecniche che eufemisticamente possono essere descritte come meno buone. A queste ultime sono senza dubbio da attribuire molti dei risultati sfavorevoli dell'ETS. Inutile dire che ciò rende difficile o impossibile valutare e confrontare i risultati, a breve e a lungo termine, riportati nella maggior parte degli articoli scientifici pubblicati.

Da quando la tecnica endoscopica della simpatectomia toracica è stata perfezionata e propagata dai miei colleghi svedesi Göran Claes e Christer Drott verso la fine degli anni '80, l'autore ha seguito ed eseguito interventi di chirurgia del sistema simpatico per quasi 3 decenni, eseguendo oltre 3500 interventi ETS in oltre 1800 pazienti.

Nei primi anni gli effetti collaterali dell'ETS, lievi o moderati (in particolare la sudorazione compensatoria), riportati da molti pazienti, venivano valutati come effetti collaterali tollerabili e accettabili.

Gravi effetti collaterali, in particolare l'iperidrosi compensativa e, in rari casi, la bradicardia extrema, non apparvero immediatamente, ma negli anni a seguire, con un numero crescente di interventi chirurgici, si riconobbe che l'ETS, in una minoranza di pazienti, poteva avere conseguenze serie.

Di conseguenza l'autore si è sempre concentrato sull'analisi critica dei dettagli tecnici dell'ETS, cercando di individuare e comprendere i possibili fattori responsabili di effetti collaterali sfavorevoli. Al fine di correggere i dettagli operativi, identificati come potenziali cause di esito meno favorevole dell'intervento, sono state sequenzialmente applicate, anno dopo anno, modifiche alla procedura. Alcune nozioni riguardanti carenze metodologiche venivano acquisite rioperando pazienti, originariamente operati in altri centri, nei quali l'esito non era risultato come previsto. Le modifiche che sembravano migliorare il risultato clinico sono state implementate nella routine chirurgica dell'autore. Spesso il miglioramento era tale che una verifica, conducendo uno studio controllato, non poteva essere eseguita, in quanto avrebbe richiesto di perseverare con metodi che si erano rivelati inferiori o addirittura dannosi.

Questo articolo rappresenta quindi una sintesi di questa esperienza personale e una panoramica critica dei metodi disponibili. Non si basa su ortodossi studi controllati o su revisioni di studi pubblicati. Intende contribuire a far luce sulle ragioni per cui esiste un tale grado di incertezza e difficoltà nel confrontare i risultati della simpatectomia toracica per la cura dell'iperidrosi.


PROBLEMI E RISCHI DELLA SIMPATECTOMIA ENDOSCOPICA TORACICA  ⇧ 

Nella maggior parte dei casi, identificare e interrompere la catena simpatica è un compito relativamente semplice per un chirurgo toracico esperto in procedure toracoscopiche.

Allora perché c'è una variabilità così ampia riguardo all'incidenza di complicanze intra-operatorie e all'esito clinico (risultato desiderato in rapporto alle conseguenze indesiderate)?

Sembra ragionevole concentrarsi su parametri tecnici che potrebbero spiegare questo problema, poiché i fattori correlati al paziente dovrebbero essere neutralizzati se viene studiato un numero significativo di pazienti.

I seguenti fattori relativi all'interruzione della catena simpatica possono essere cruciali quando si analizza l'argomento da un punto di vista metodologico:

  1. Dove (il livello esatto)
  2. Come (il metodo utilizzato per interrompere il nervo)
  3. Cosa (numero di livelli neutralizzati / distrutti)

Tra il gran numero di pubblicazioni sulla simpatectomia toracica, la maggior parte manca una descrizione esatta di questi elementi.

Perché c'è una discrepanza così grande tra i risultati in individui diversi (oltre ai fattori correlati al paziente)?

  1. il chirurgo non fa nessuno sforzo per rispettare i margini dei gangli:
    • si concentra sul punto in cui la catena simpatica attraversa la costola per interrompere il nervo.
    • Nel peggiore dei casi (e non è raro): non ha conoscenza della posizione dei gangli rispetto alle costole.
  2. il chirurgo misinterpreta il livello:
    • sembra accadere più spesso del previsto (ci sono almeno 2 video di YouTube pubblicati che mostrano la procedura eseguita ad un livello diverso da quello dichiarato).
  3. il chirurgo è inconsapevole o solo vagamente consapevole delle proprietà fisiche e degli effetti biofisici del dispositivo che usa per interrompere il nervo
    • Usa un mezzo per interrompere il nervo che causa un danno più esteso al nervo di quanto originariamente previsto.
    • Nel peggiore dei casi (e non è raro): non ha conoscenza delle leggi della fisica alla base dell'elettrobisturi/elettrocoagulatore e, quindi, nessun controllo sull'estensione del danno che sta causando al nervo e alle strutture adiacenti.

Questo rende il risultato una sorta di lotteria per il paziente: se la situazione anatomica è stata vantaggiosa, o se madre natura nel processo di guarigione è stata indulgente, anche le procedure esegite in modo troppo radicale o meno meticoloso possono dare risultati soddisfacenti o perlomeno accettabili.

Nel 2011 la Society of Thoracic Surgeons (STS) americana ha pubblicato un documento di consenso di esperti per il trattamento chirurgico dell'iperidrosi (Expert Consensus for the Surgical Treatment of Hyperhidrosis), tentando di definire le "migliori procedure" e di standardizzare la nomenclatura. Sfortunatamente, il consenso si basava su pubblicazioni precedenti, la maggior parte delle quali riportava la tecnica chirurgica impiegata in modo troppo vago per consentire l'estrazione di deduzioni attendibili dai risultati pubblicati. Nelle conclusioni di tale documento è stata data più importanza a ridurre eventuali recidive, che si verificano in una frequenza quasi trascurabile, invece che alla riduzione dell'impatto degli effetti collaterali (incidenza significativa). Inoltre, secondo questo documento di consenso il chirurgo dovrebbe interrompere la catena simpatica prendendo come punto di riferimento le coste e eseguire l'interruzione al margine superiore della relativa costa. La cosa più sorprendente è che la simpatectomia eseguita orientandosi alla catena stessa dopo dissezione ed individuazione dei gangli è considerata inaffidabile a causa della variabilità dell'anatomia e della posizione dei gangli.

Questo sembra essere un concetto davvero particolare: la catena simpatica è l'obiettivo dell'intervento e la base di valutazione dei risultati della chirurgia, ma la raccomandazione è di mirare e riferirsi allo scheletro sottostante senza prendersi cura dell'anatomia del nervo; in altre parole: non mirare all'organo che si intende operare, perché potrebbe spostarsi su e giù, mirare invece a una struttura vicina che sembra anatomicamente più facile da identificare e più stabile nella sua posizione (!). Inutile sottolineare che questo singolare concetto introduce e consolida un errore di sistema, riprodotto da tutti i chirurghi che seguono queste raccomandazioni, il che rende impossibile determinare dove sul nervo e in quale misura il danno è stato effettuato.

Per di più non è stata condotta alcuna analisi critica per quanto riguarda i diversi mezzi usati per interrompere il nervo e il loro effetto meccanico, elettrico o termico sui tessuti.

Se l'obiettivo del gruppo di esperti è stato quello di ottenere una migliore comprensione degli effetti desiderati e indesiderati della chirurgia del sistema simpatico, appare dubbio che le loro raccomandazioni possano raggiungere l'obiettivo. L'unico risultato possibile sembra quello di universalizzare la vaghezza delle procedure e delle conclusioni, in quanto sancisce il principio di agire ciecamente sulla catena del simpatico, con qualsiasi metodo, senza sapere quale ganglio viene reciso e fino a che punto il ganglio viene distrutto. La conseguenza è che studi che implementano questi parametri saranno di dubbia o nessuna utilità nell'apportare ulteriori conoscenze.

Manca inoltre uno standard nella segnalazione e quantificazione degli effetti collaterali, in particolare l'incidenza e il grado di sudorazione compensativa, che negli studi pubblicati viene riportata con un'incidenza (in percentuali) estremamente variabile.


Aspetti critici relativi all'anatomia  ↰ 

Fig 1: Posizione media dei gangli relativamente alle coste. Si noti in particolare la distanza tra il ganglio e la "sua" costa (ipsinumerica) e la sua stretta relazione con la costa successiva.
Fig 2: posizione più alta della media dei gangli. Distribuzione non molto frequente, più vicina all'anatomia da "manuale" (gangli principalmente confinati nello spazio intercostale).
Fig 3: posizione inferiore alla media dei gangli. Meno comune ma tutt'altro che raro, con gangli che tendono a raggiungere e coprire parzialmente o completamente la costa successiva.

Alla lettura di studi pubblicati si ha l'impressione che molti chirurghi non siano consapevoli della reale anatomia del tronco simpatico e della sua variabilità.

Sembra non universalmente noto che un ganglio simpatico si trovi quasi sempre nella parte inferiore dello spazio intercostale, cominciando a una certa distanza dal bordo inferiore della costola ipsinumerica, e, il più delle volte, raggiunge o addirittura copre, in parte o completamente, la prossima costola (ad es. il ganglio T3 non ha mai contatto con la terza costola, ma raggiunge e può sovrastare la 4a costola).

Ciò implica che il metodo largamente adottato per utilizzare le costole come punto di riferimento principale interromperà la catena simpatica ad un livello casuale e potrebbe non colpire il ganglio corretto o tagliare un ganglio che non era destinato a essere leso. L'entità del danno al nervo risulterà imprevedibile, anche a seconda della tecnica adottata per interrompere la catena. Può provocare danni parziali al ganglio e la possibile creazione di un ganglio neurologicamente instabile.

Rapporto tra la 4a costa e il ganglio T3, determinato al punto di attacco del ramo comunicante grigio, approssimativamente in altezza della metà del ganglio (percentuale di reperti in 121 pazienti = 242 cavità toraciche) - Studio (ISSS Symposium, Vienna 2005). In quasi i 2/3 dei casi questo punto di connessione si trova a livello o al di sotto della 4 ° costola. Nel resto, circa 1/3, la connessione è stata trovata sopra la 4 ° costola, che tuttavia non esclude che la parte inferiore del ganglio raggiunga o si sovrapponga alla costa.

Esempio di ganglio T3 situato sopra e sotto la 4° costa.
RC: ramo comunicante.
ICN: nervo intercostale
R: costa

Errore di livello: un altro possibile rischio è l'interpretazione errata del livello (errata numerazione delle costole), ripetutamente documentata nei video pubblicati (!) in rete. C'è da temere che gli esempi trovati in questi video siano solo la punta dell'iceberg e che in realtà l'interpretazione errata dell'anatomia succede molto più frequentemente.

La didascalia dichiara la divisione della catena distale al ganglio T4. Il video mostra chiaramente che la divisione è stata effettuata sopra la quarta costa, risultando in una divisione distale verso o attraverso il ganglio T3.
Video


In queste due immagini, la quarta costa è stata erroneamente identificata ed etichettata come terza. La procedura eseguita in questo caso, visibile nella seconda immagine, è una simpaticotomia R4 ("rib oriented") estesa lateralmente, eseguendo un ampio taglio con coagulazione del periostio, apparentemente inseguendo ipotetici nervi Kuntz (un modus operandi spesso usato, ma discutibile, in quanto aggiunge ulteriore trauma senza comprovata efficacia).
Video

Altro esempio di video didattico sull'anatomia toracica con errata etichettatura della costa. La costola indicata come terza è di fatto la quarta.
Video

Il video mostra una resezione asimmetrica, presumibilmente dovuta a errori di valutazione dei livelli: gangli resecati T3 e T4 (dalla terza alla quinta costa) sulla destra; gangli T2 e T3 a sinistra (dalla seconda alla quarta costa).
Video


Fonti di errore tecniche  ↰ 

Nonostante l'uso quotidiano dell'elettrobisturi in gran parte degli interventi chirurgici, molti chirurghi possiedono nozioni molto vaghe circa la fisica di questo dispositivo. L'uso acritico ed eccessivo dell'elettrocoagulatore può causare inutili danni a tessuti e strutture anatomiche:

Corrente di taglio pura (corrente continua non modulata > = 200 V) applicata su una superficie minima (elettrodo ad ago o la punta dell'elettrodo a L) trasmetterà l'energia in modo ottimale e concentrato al tessuto, risultando in un taglio netto e pulito con una superficie di taglio sigillata e dispersione minima del calore nel tessuto sottostante. Nel punto di contatto le cellule del tessuto esplodono letteralmente per rapida ebollizione in una frazione di secondo, il vapore crea immediatamente un aumento nell'impedenza (resistenza) del tessuto che impedisce un'ulteriore penetrazione di energia elettrica e la diffusione del calore in strati più profondi. Questa tecnica di elettrocauterizzazione, insieme al clipping, è più precisa, richiede energia relativamente bassa e dovrebbe quindi essere preferita rispetto ad altre tecniche basate sull'uso di energia termica, incluso il laser.

Lo stesso schema di corrente continua non modulata inferiore a 200 V non raggiunge una temperatura tissutale sufficiente a vaporizzare l'acqua intracellulare, ma porta alla coagulazione morbida che penetra in modo graduale nel tessuto, senza carbonizzarlo. Questa tecnica è il metodo preferito per ottenere emostasi in modo preciso, ma non dovrebbe essere usato per l'interruzione del nervo in quanto risulta difficile limitare con sufficiente precisione l'entità del danno termico lungo il nervo.

La modalità standard di coagulazione e la modalità "blend" (taglio + coagulazione) richiedono una tensione di picco più elevata rispetto alla corrente di taglio pura e hanno la proprietà di penetrare più in profondità nel tessuto, comportando un rischio maggiore di diffusione del calore in modo incontrollabile lungo il nervo. Se applicata più a lungo il tessuto verrà carbonizzato. Un suo uso impreciso può causare un danno termico parziale ai gangli adiacenti o alle strutture contigue (nervo intercostale, articolazione costovertebrale ecc.).
In un ambiente così delicato come la cavità toracica risulta ancora più pericoloso l'uso della modalità di folgorazione , caratterizzata da impostazioni di tensione così elevate da fare arco fra elettrodo e tessuto anche senza contatto diretto.
Alcuni chirurghi hanno l'abitudine (pericolosa) di applicare energia di taglio/coagulazione sull'elettrodo spingendolo contemporaneamente contro la struttura oggetto di interruzione (ad esempio un nervo). Tale tecnica rende difficile limitare la profondità del danno strutturale e termico. Agganciare e sollevare la struttura dal tessuto sottostante prima di applicare l'energia conferisce in genere più precisione e sicurezza. Bisogna comunque tenere presente che, sollevando il nervo (ad esempio con l'elettrodo a uncino) e applicando energia troppo bassa, l'energia termica tende a diffondersi rapidamente lungo il nervo e può causare una necrosi più estesa del previsto, prima che (o addirittura senza che) si ottenga la sezione del nervo.

Frequenza: 200 - 3300 kHz (la neurostimolazione non si verifica sopra i 100 kHz)

Il tessuto nervoso viene distrutto a temperature intorno ai 70° C e rimane intatto a una temperatura pari o inferiore a 40° C. Il tessuto nervoso instabile dovuto alla permeabilizzazione permanente dell'assone o della membrana cellulare, un problema non ancora affrontato nelle pubblicazioni che trattano la chirurgia simpatica, può svilupparsi nello strato tra tessuto necrotico e quello ancora indenne, dando origine a caotica depolarizzazione delle fibre nervose e scarico incontrollato di neuroni se il segmento include un ganglio, producendo così segnali nervosi patologici.


Aspetti legati ai livelli d'intervento  ↰ 

Nei primi tempi dell'ETS (Kux 1977 e successivamente negli anni '80 Claes and Drott), c'era la tendenza a procedere in modo abbastanza radicale, per garantire mani totalmente asciutte e per azzerare il rischio di recidiva. Conseguenza di questa filosofia fu l'interruzione della catena simpatica a diversi livelli, in origine recidendo il tronco simpatico sulla seconda, terza e quarta costola (successivamente, negli anni '90, ridotta a seconda e terza costola), utilizzando elettrocoagulazione ad alta intensità, ma senza tener conto dell'esatta posizione dei gangli.

È interessante notare che questa tecnica è ancora ampiamente utilizzata, presumibilmente perché molti chirurghi, iniziando ad eseguire l'ETS, si affidano alla descrizione originale della tecnica, essendo stata nel frattempo adottata su migliaia di pazienti.

Una svolta è stata il lavoro di CC Lin che, oltre ad aver introdotto il metodo di clamping, ha postulato l'efficacia dell'approccio T4 per l'iperidrosi palmare, che in seguito è stato incluso nella classificazione di Lin e Telaranta.

Personalmente, l'autore non è stato in grado di riprodurre gli eccellenti risultati dell'ETS T4 riportati da Lin. In una serie di 16 pazienti, in cui il ganglio T4 era stato isolato e completamente distrutto, gli effetti collaterali risultavano indubbiamente notevolmente ridotti, ma al prezzo di un effetto desiderato inconsistente e inaffidabile: in alcuni pazienti è apparso una sudorazione asimmetrica, in alcuni la riduzione della sudorazione è stata insufficiente e in altri si è verificata una ricaduta in pochi mesi. In più della metà dei pazienti ai è reso necessario un reintervento, inducendomi a salire un gradino più in alto e a mirare al ganglio T3 da allora, concentrandomi esclusivamente sul ganglio, non sulla costola.

La spiegazione di questa incongruenza divenne chiara osservando Lin che effettuava l'intervento al simposio biennale dell'ISSS a Tampere, Finlandia, nel 2001. L'intervento consisteva nel posizionare 1 clip sopra e 1 clip sotto la quarta costola (Fig.). Da un punto di vista dell'anatomia della catena simpatica ciò comportava una compressione del ganglio T3 (clip superiore), mentre il ganglio T4 rimase completamente intatto. Di consequenza si dedusse che neutralizzando il ganglio T3 si avrebbe ottenuto il miglior compromesso fra effetti desiderati e indesiderati nei pazienti con iperidrosi dell'estremità superiore, cioè un risultato buono e duraturo, riducendo al minimo tollerabile gli effetti collaterali. La neutralizzazione del ganglio è stata effettuata interrompendo i segmenti intergangliari sopra e sotto il ganglio e il ramo comunicante grigio, utilizzando l'elettrobisturi con corrente tagliente pura e terminando con cauta coagulazione del ganglio stesso, oppure applicando clip all'estremità del ganglio senza danneggiare il ganglio stesso. Tra i due metodi non sono state riscontrate differenze significative per quanto riguarda il risultato.

Sorprendentemente, a parte la consistente riduzione degli effetti collaterali, l'incidenza di recidiva della sudorazione palmare, clinicamente significativa, è sceso quasi a zero, rispetto al metodo T2 adottato nel decennio precedente.

Allo stesso modo, il metodo T3 secondo la classificazione Lin-Telaranta (per l'iperidrosi facciale e soprattutto il rossore facciale), definita come interruzione con clip o taglio sopra la terza costola, nella maggioranza dei casi danneggia il ganglio T2 (e non il ganglio T3). Il danno è in genere sufficientemente per ottenere l'effetto desiderato, mentre la neutralizzazione mirata del ganglio T3 non comporta risultati affidabili. Meglio, però, l'interruzione effettuata sopra l'estremità superiore del ganglio T2 (corrispondente quasi sempre al bordo inferiore della seconda costola) bloccherà tutti i segnali diretti verso la testa senza danneggiare il ganglio T2. Tuttavia, questo interromperà anche un numero significativo di fibre afferenti, deputate a informazioni di backfeed sulla temperatura periferica della pelle. Quando il viso inizia a sudare, queste fibre riferiscono che la temperatura della pelle comincia a diminuire, riducendo così la risposta efferente alle ghiandole sudoripare. L'interruzione di questo meccanismo può portare ad una sudorazione reattiva più significativa, in particolare in soggetti con un "termostato" che non funziona correttamente (come molti di coloro che soffrono di iperidrosi facciale a temperature esterne relativamente basse o dopo una leggera attività fisica).

Non è mai indicato o necessario tagliare o coagulare la catena simpatica sulla superficie anteriore o al margine superiore della seconda costola, in quanto comporta un rischio evitabile di danneggiare il ganglio stellato, in particolare nel caso di una posizione del ganglio particolarmente bassa (in circa lo 0,3% dei casi il ganglio stellato raggiunge o addirittura copre la costa, parzialmente o completamente, con conseguente inevitabilmente sindrome di Horner).


TECNICHE IN USO  ⇧ 


A. Interruzione della catena (simpaticotomia e blocco della catena simpatica)

Clamping (compressione) con clip

Clip correttamente posizionato parallelamente alla superficie pleurica

 + 
  • nessun danno termico
  • se limitato a singolo segmento intergangliare: potenzialmente reversibile (ma con danno permanente al nervo)
  • trauma relativamente limitato
 – 
  • la clip può dislocare (specialmente se applicata perpendicolarmente alla superficie pleurica)
    Clip applicato in modo perpendicolare alla superficie pleurica

  • puntando sulla parte superiore o centrale della costola può schiacciare parte del ganglio e portare ad un effetto cronico irritativo:
    >> reazione paradossale
    >> asimmetria

Elettrocauterizzazione

Corrente tagliente pura
Ottima tecnica di dissezione: elettrodo ad uncino sottile che taglia il tessuto con la punta con brevi impulsi risultanto in piccoli "morsi". L'energia di taglio pura si concentra su una superficie limitatissima, portando all'immediata vaporizzazione dell'acqua nel punto di contatto. Un improvviso aumento dell'impedenza nei tessuti, dovuta alla grande resistenza galvanica del vapore rispetto all'acqua liquida, interrompe il flusso di corrente in millisecondi e impedisce la propagazione del calore a strati più profondi. La dissezione procede in modo graduale e millimetrico. Si notino i capillari intatti che arrivano quasi fino al margine del taglio e il bordo sottilissimo della necrosi da coagulazione. Nessuna carbonizzazione o segni di danneggiamento termico delle strutture sottostanti.
Video
(NB: il video mostra una resezione del ganglio di T3 e T4, il ganglio T2 è appena toccato e non asportato, contrariamente a quanto dichiarato nella didascalia)).

 + 
  • strato di coagulazione sottilissimo al margine di taglio (sigillo termico): il prerequisito è l'uso di un elettrodo a punta sottile
  • nessun danno termico sul nervo oltre alla superficie di taglio
  • nessun danno termico ai tessuti e alle strutture circostanti
  • se limitato al segmento intergangliare:
  • traumi di basso grado
  • solo frazioni di millimetro di tessuto nervoso impegnato, fornendo sigillo a formazione di neuromi
 – 
  • può verificarsi lieve sanguinamento
  • tecnica errata o elettrodo non adatto: ATTENZIONE! Un ampio contatto del tessuto con l'elettrodo causa danno termico oltre la linea di taglio prevista (effetto di coagulazione morbida). Evitare l'impostazione di tensione troppo bassa che ha lo stesso effetto.
  • il taglio diretto sulla costola può tagliare il ganglio, lasciandolo parzialmente vitale e instabile (problema simile a quello delle clip sul ganglio)
Corrente mista ("blend") - tagliente con coagulazione
Popolare tra i chirurghi per ottenere tagli con sanguinamento ridotto, dovuta alla concomitante coagulazione dei tessuti adiacenti. Tuttavia la difficoltà di controllare la diffusione dell'energia termica rende molto discutibile il suo utilizzo nella chirurgia del nervo simpatico.
 +  nessuno
 – 
  • ampio bordo coagulato accanto al piano di sezione del nervo (diffusione termica)
  • danno termico lungo il nervo oltre il punto di sezione, a seconda del voltaggio
  • danno termico a tessuti e strutture circostanti
Coagulazione soft
Da impiegare con estrema cautela per coagulare vasi sanguinanti. Da evitare ogni coagulazione non mirata.
 + 
  • nessuno (per interruzione del nervo)
  • impiego ottimale per la coagulazione mirata e millimetrica di vasi sanguinanti
 – 
  • non taglia il nervo, ma ottiene soltanto una necrosi locale del tessuto nervoso con difficile controllo della diffusione dell'energia termica lungo il nervo, nonchè ai tessuti e alle strutture circostanti.
Coagulazione Standard

Troppo spesso e da troppi chirurghi utilizzata per ottenere un'ampia coagulazione. Impostazioni elevate della tensione hanno un effetto tagliente e l'applicazione prolungata di energia carbonizza i tessuti. Questa modalità non dovrebbe avere alcun posto in chirurgia della catena simpatica, a causa del suo effetto profondo e incontrollabilmente necrotizzante su nervi e tessuti adiacdenti.

Il video mostra diversi passaggi tecnici che dovrebbero essere evitati: Corrente di coagulazione ad un'impostazione troppo alta per ottenere un effetto di taglio, oltre che applicata molto vicino al ganglio stellare. "Cottura" e ustione acritica della catena simpatica e delle strutture anatomiche sottostanti, apparentemente senza preoccuparsi della reale anatomia e dei confini dei gangli e delle leggi della fisica alla base dell'elettrocauterizzazione.
Video (2009)

Fulgurazione

ancora più pericolosa e distruttiva della coagulazione standard. Off limits per l'ETS.

Fulgurazione impostata ad alta tensione che copre un'ampia superficie. Anche senza contatto diretto le scintille carbonizzano il tessuto senza controllo adeguato dell'effetto in profondità.
Video

Comunemente usato quando si utilizzano endoscopi ultrasottili (3 mm) e trocar (2-3 mm) che non ospitano i dissettori ad uncino, ma solo minuscoli elettrodi a sfera. Si può mettere in discussione il vantaggio estetico di ridurre la cicatrice di 2-3 mm, mentre si rischia un danno maggiore all'interno sulla catena del simpatico...

Laser

Effetto termico simile a quello dell'elettrocoagulazione blend o in modalità fulgurazione (rischio di propagazione del danno termico lungo il nervo o in profondità)

Taglio a freddo (es. forbici)

 +  Offre bordi di taglio puliti con necrosi minima dei tessuti
 –  l'assenza di sigillazione della superficie di taglio può portare alla formazione di neuroma

Dissettore ad ultrasuoni (harmonic scalpel)


 +  Fornisce bordi di taglio puliti con necrosi minima del tessuto, formando un sigillo sottile, simile alla corrente di taglio pura
 – 
  • strumenti con punte di dissezione non sufficientemente sottili
  • coagulazione inefficace di vasi sanguinanti


B. Rimozione/distruzione di parte della catena simpatica (simpaticectomia)

Principi:
  • Resezione (escissione)
  • Coagulazione previa sezione di un segmento della catena

L'escissione/distruzione di una parte della catena simpatica richiede estrema attenzione ai dettagli, al fine di evitare l'eliminazione di un segmento inutilmente lungo e ridurre al minimo la traumatizzazione delle strutture circostanti e collegate.

Il risultato della resezione/distruzione di un segmento può variare notevolmente e dipende da:

  • il metodo utilizzato per isolare il segmento in oggetto, interrompendo la catena sopra e sotto tale segmento (corrente pura di taglio, modalità blend, coagulazione standard ad alta intensità energetica, taglio a freddo, dissettore ad ultrasuoni,...)
  • la lunghezza del segmento della catena resecato/distrutto
  • il metodo utilizzato per recidere i rami comunicanti e isolare il segmento (anche in questo caso può essere utilizzato uno qualsiasi dei metodi di cui sopra, con rischio variabile di provocare lesioni termiche ai nervi intercostali, ecc.)
  • completezza dell'escissione/distruzione del ganglio (ganglionectomia completa o parziale)

La ganglionectomia del ganglio T3 (mirata al ganglio, non alla costola!) ha dimostrato di essere efficace in quasi il 100% dei pazienti con iperidrosi palmare o palmo-ascellare. Se si evitano danni al ganglio T2, la procedura produce effetti collaterali lievi o limitati e sembra essere il miglior compromesso tra il risultato desiderato a lungo termine e le sequele indesiderate.

Una simpaticectomia di più di un ganglio non è quasi mai indicata.

L'iperidrosi facciale e l'eritrofobia non devono mai essere trattati con resezioni di alcun tipo.



C. Qualsiasi combinazione delle tecniche di cui sopra




ELENCO DELLE PROCEDURE  ⇧ 

Esiste un'enorme varietà di procedure che vengono rubricate con lo stesso termine generico "ETS". La sezione seguente elenca i metodi più comuni tra la vasta gamma di tecniche utilizzate da diversi chirurghi per eseguire l'ETS. Il gran numero di possibili combinazioni di metodi rende difficile fornire un elenco completo. Solo alcune di queste procedure seguono sani principi neurochirurgici e neurofisiologici (verde), altre sono accettabili ma non ottimali (giallo). La maggior parte delle procedure, tuttavia, sono da considerarsi obsolete, in quanto causano più danni del necessario, anche se sono tuttora ampiamente utilizzate da chirurghi in tutto il mondo.

PROCEDURE "RIB-ORIENTED" (interruzione con riferimento alle coste)

A. Interruzione (simpaticotomia e ESB)
  • T2 (riferimento costa R2)
    • 1 clip sul margine superiore della seconda costa
    • 1 clip al margine inferiore della seconda costa
    • 2 clip sopra e sotto la 2a costa
    • taglio netto sul margine superiore della seconda costa
    • taglio netto sul margine inferiore della seconda costa
    • taglio netto al centro della seconda costa
    • coagulazione morbida al centro della 2a costa
    • corrente mista, coagulazione standard o laser al centro della seconda costa.
  • T3 (riferimento costa R3)
    • 1 clip sul margine superiore della terza costa
    • 1 clip sul margine inferiore della terza costa
    • 2 clip sopra e sotto la terza costa
    • taglio netto sulla parte superiore della terza costa
    • taglio netto sul margine inferiore della terza costa
    • taglio netto al centro della terza costa
    • coagulazione "soft" al centro della terza costa
    • corrente "blend", coagulazione standard o laser sulla parte superiore della terza costa.
    • corrente "blend", coagulazione standard o laser al centro della terza costa.
  • T4 (riferimento costa R4)
    • 1 clip sul margine superiore della quarta costa
    • 1 clip sul margine inferiore della quarta costa
    • 2 clip sopra e sotto la quarta costa
    • taglio netto sulla parte superiore della quarta costa
    • taglio netto sul margine inferiore della quarta costa
    • taglio netto al centro della quarta costa
    • coagulazione "soft" al centro della quarta costa
    • corrente "blend", coagulazione standard o laser sulla parte superiore della quarta costa.
    • corrente "blend", coagulazione standard o laser al centro della quarta costa.
  • T2-T3 (riferimenti coste R2-R3)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 2 livelli
  • T2-T4 (riferimenti coste R2-R4)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 3 livelli
  • T3-T4 (riferimenti coste R3-R4)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 2 livelli
  • T2-T5 (riferimenti coste R2-R5)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 4 livelli
  • T3-T5 (riferimenti coste R3-R5)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 3 livelli
  • T4-T5 (riferimenti coste R4-R5)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 2 livelli
B. Distruzione o rimozione del segmento nervoso (simpaticectomia)
  • RESEZIONI su qualsiasi combinazione di livelli
    • Resezioni previa interruzione "rib-oriented" con qualsiasi combinazione di metodi elencati sopra

PROCEDURE "GANGLION-ORIENTED" (procedure miranti ai gangli)

Interruzione con o senza rimozione/distruzione del segmento nervoso
  • T2 (procedura mirata al ganglio)
    • 1 clip intergangliare sopra T2
    • 1 clip intergangliare sopra e sotto T2
    • 1 taglio netto intergangliare sopra T2
    • taglio netto sopra e sotto il ganglio T2
    • taglio netto sopra e sotto il ganglio T2 e coagulazione del ganglio
    • coagulazione del ganglio T2 senza taglio
    • resezione del ganglio T2
  • T3 (procedura mirata al ganglio)
  • (procedura mirata al ganglio)
    • 1 clip intergangliare sopra T4
    • 1 clip intergangliare sopra e sotto T4
    • 1 taglio netto intergangliare sopra T4
    • taglio netto sopra e sotto il ganglio T4
    • taglio netto sopra e sotto il ganglio T4 e coagulazione del ganglio
    • coagulazione del ganglio T4 senza tagli
    • resezione del ganglio T4
  • T2-T3 (procedura mirata ai gangli)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 2 livelli
  • T3-T4 (procedura mirata ai gangli)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 2 livelli
  • T2-T4 (procedura mirata ai gangli)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 3 livelli
  • T3-T5 (procedura mirata ai gangli)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 3 livelli
  • T2-T5 (procedura mirata ai gangli)
    • combinazione di uno qualsiasi dei metodi di cui sopra su 4 livelli

PROCEDURE IN DETTAGLIO  ⇧ 

PROCEDURE "RIB-ORIENTED" (con le coste come punto di riferimento)  ↰ 

ETS "T2" (R2)
ETS "T3" (R3)
ETS "T4" (R4)
ETS "T2-3" (R2-3)
ETS "T2-4" (R2-4)
ETS "T3-4" (R3-4)
ETS "T2-5" (R2-5), "T3-5" (R3-5), "T4-5" (R4-5)

ETS "T2" (rib-oriented = R2) ↰ 

Il chirurgo usa la seconda costa come punto di riferimento per interrompere il nervo. La costa è attraversata verticalmente dalle fibre nervose che collegano il T1 (ganglio stellato) con il ganglio T2. La posizione del ganglio T1 può variare e potrebbe essere molto vicina o, eccezionalmente, anche sovrastante la costa, esponendo il ganglio a rischio di lesione (sindrome di Horner).

    Clips
  • clip al margine superiore della seconda costa
    Rischio di danneggiare la parte inferiore di T1 (ganglio stellato).
  • clip al margine inferiore della seconda costa
    Nella terminologia "ganglion-oriented" questo posizionamento della clip corrisponde ad una ESB interganglionica T1-T2; procedura preferita per il trattamento dell'arrossamento facciale e dell'iperidrosi facciale.
  • 2 clip sopra e sotto la 2a costa
    La clip superiore è inutile e rischia di danneggiare il ganglio T1
    Clip sul bordo superiore e inferiore della seconda costa + fulgurazione della pleura e del periostio laterale alla catena simpatica (quale potrebbe essere la logica di tale inutile traumatizzazione?). Clip applicate in modo instabile perpendicolare alla costa e rivolte al polmone. Inoltre, come dichiarato nel video, questa discutibile procedura viene eseguita per il trattamento dell'iperidrosi palmare (!).
    Video
    Altro esempio: decisamente troppo vicino al T1, un'assunzione di rischi del tutto inutile.
    Video
  • Taglio (corrente di taglio pulita o dissettore ad ultrasuoni)
  • taglio al margine superiore della seconda costa
    Rischio di danneggiare la parte inferiore di T1 (ganglio stellato).
  • taglio direttamente sulla 2a costa
    Simpaticotomia intergangliare T1-T2: rischio leggermente più elevato di lesionare la parte inferiore del ganglio T1 (ganglio stellato), qualora questo fosse localizzato più in basso della media.
  • taglio al margine inferiore della seconda costa
    Simpaticotomia intergangliare T1-T2; procedura per il trattamento del rossore facciale e dell'iperidrosi facciale (preferibile comunque l'applicazione di clip).
    Coagulazione "soft" (bassa tensione)
  • coagulazione applicata centralmente sulla seconda costa
    Il segmento intergangliare (T1-2) viene essiccato. Qualora l'elettrodo viene attivato più a lungo del necessario, il calore si propaga lungo il nervo con rischio di causare un danno termico alla parte inferiore del ganglio stellato e una lesione parziale al ganglio sottostante T2. Se il ganglio stellato si estende fino alla seconda costa o ne copre addirittura la superficie anteriore (incidenza <0,3%), la sindrome di Horner è preprogrammata.
  • Corrente mista ("blend"), coagulazione standard, fulgurazione o laser
  • coagulazione sulla seconda costa
    Questa è stata la procedura standard in passato, utilizzando la corrente in modalità "blend" o la coagulazione standard ad alta tensione. Originariamente veniva spesso combinata con un taglio sulla terza costa (vedi R2-3).
    Come risultato di tale procedura, il segmento intergangliare (T1-2) viene diviso. C'è un maggior rischio di danneggiare il ganglio stellato (T1) e di causare lesioni marginali al T2, creando un ganglio potenzialmente instabile. Più alta la tensione e più alto il livello in riferimento alla costa, maggiore risulta il rischio di tali effetti distruttivi con complicanze (sindrome di Horner, danni da calore alle strutture adiacenti) e possibili effetti collaterali negativi.
    Massiccia fulgurazione sulla e intorno alla testa e il collo della seconda costa, estesa lateralmente al fine di interrompere gli ipotetici nervi di Kuntz. La coagulazione in corrispondenza della costa e/o al di sopra del margine superiore di questa implica un rischio elevato e del tutto inutile di irritazione o danno al ganglio stellato (T1), che potenzialmente porta a e rappresenta la causa principale della sindrome di Horner come complicazione dopo l'ETS. Inutile ed obsoleta anche l'estensione laterale del trauma termico.

    Taglio con corrente "blend" sulla seconda costa e massiccia coagulazione dei monconi tagliati, da parte dell'autore del video erroneamente dichiarato come "Sezione a livello T3".
    Video

    Fulgurazione laser del tronco simpatico sulla seconda costa.
    Profondità di coagulazione difficilmente controllabile per via della propagazione antegrada dell'energia termica. Notevole rischio di diffusione del calore lungo il nervo che può causare danni termici al ganglio stellato (sindrome di Horner).

ETS "T3" (rib-oriented = R3) ↰ 

Negli ultimi 15 anni la "procedura T3" è diventata il metodo più frequentemente menzionato nella letteratura scientifica per il trattamento dell'iperidrosi palmare . La maggior parte dei metodi descritti si riferiscono però alla terza costa e l'interruzione avviene lontanto dal ganglio T3. Il chirurgo usa la terza costola come punto di riferimento per interrompere il nervo. La costa è attraversata verticalmente dal nervo che collega il ganglio T2 con il ganglio T3. Il segmento inferiore del ganglio T2 si trova spesso molto vicino o copre parzialmente la terza costa (R3), mentre il ganglio T3 è localizzato a distanza dal margine inferiore della costa R3.

    Clip
  • clip sul margine superiore della terza costa
    Rischio di compressione con lesione permanente di una parte del ganglio T2.
  • clip sul margine inferiore della terza costa

    Questo bloccherà la catena tra il ganglio T2 e T3 (ESB interganglionico).

    Metodo utilizzato da alcuni chirurghi per il trattamento di:
     - iperidrosi palmare (incidenza di recidiva riportata attorno al 4%)
     - iperidrosi facciale (effetto insufficiente o asimmetrico in alcuni casi, possibile ricorrenza)
  • 2 clip sopra e sotto la terza costa
    La clip superiore è inutile e rischia di danneggiare il ganglio T2.
  • Taglio (pura corrente di taglio o dissettore ad ultrasuoni)
  • taglio al margine superiore della terza costa
    Pericolo di danneggiare parte del ganglio T2.
  • taglio sul margine inferiore della terza costa
    Simpaticotomia intergangliare T2-T3; da alcuni chirurghi preferita per trattare l'iperidrosi palmare (incidenza di recidiva dell'iperidrosi palmare riportata a circa il 4%).

  • taglio mirato centralmente sulla 3a costa
    Simpaticotomia intergangliare T2-T3 con rischio (relativamente contenuto) di danno termico al ganglio T2.
  • taglio al margine superiore e inferiore della terza costa
    Il taglio superiore non ha senso, ma può causare parziale danno al ganglio T2.
  • Coagulazione "soft" (bassa tensione a curva sinusoidale ininterrotta)
  • coagulazione sulla terza costa
    Pericolo di danno permanente più o meno esteso, ma incompleto, al ganglio T2.
  • Corrente mista ("blend" - taglio e coagulazione), coagulazione standard, fulgurazione, laser
  • coagulazione al margine superiore della terza costa
    Gravi danni al ganglio T2 senza garanzia che venga neutralizzato, possibile sviluppo di un focus instabile nel ganglio. Il ganglio T3 rimane illeso.
  • coagulazione al centro della terza costa
    Rischio di danneggiare il ganglio T2, creando un ganglio instabile. Il ganglio T3 non viene coinvolto.
    Interruzione della catena simpatica sulla terza costa, usando corrente di coagulazione con fulgurazione (eccessiva tensione), con conseguente formazione di un ampio cratere e danni rilevanti al ganglio T2, mentre il ganglio T3 rimane presumibilmente (quasi) illeso. Molto discutibile l'estensione dell'azione distruttiva in direzione laterale per includere eventuali nervi di Kuntz con il loro ipotetico ruolo in possibili ricadute di iperidrosi. Troppa energia applicata per dividere il nervo porta ad un'estesa propagazione di calore lungo il nervo ( Video )

    Uso esagerato della coagulazione in modalità fulgurazione sulla terza costa, con conseguente carbonizzazione profonda dei tessuti fino all'articolazione costovertebrale, creando una necrosi più ampia di 15x15mm (per interrompere un nervo spesso 2-3 mm) ed estendndola lateralmente per altri 10 mm.

    Distruzione di un'ampia area sulla terza costa con il laser
    Video

  • Stranezze
  • Uso combinato di dissettore ad ultrasuoni (harmonic scalpel) e clip
  • Il video mostra la scheletrizzazione della catena dalla 3a alla 5a costa con dissettore ad ultrasuoni, seguita dall'applicazione di numerose clip lungo la catena, a partire dalla 3a costola fino alla compressione della parte superiore del ganglio T4 nel 4° spazio intercostale. Non esiste logica per una tale sovrabbondanza.
    Video

ETS "T4" (rib-oriented = R4) ↰ 

Il chirurgo usa la quarta costa come punto di riferimento per interrompere il nervo. Il ganglio T3 nella maggior parte dei casi tocca il margine superiore della costa o copre parzialmente o totalmente la costa. Il ganglio T4 non ha alcun contatto con la quarta costa: la sua estremità superiore inizia ad una certa distanza dal margine inferiore della quarta costa.

    Clippaggio
  • clip al margine superiore della quarta costa
    Compressione parziale di T3: ragionevole efficacia nell'iperidrosi palmare, ma rischio di creare instabilità del ganglio.
  • Ganglion T3 schiacciato da doppie clip applicate sopra il margine superiore della quarta costa.
    Video

  • clip al margine inferiore della quarta costa
    Blocco intergangliare T3-T4: risultati incerti nel trattamento dell'iperidrosi palmare (risultato asimmetrico, tasso di recidiva significativo).
  • Clip sopra e sotto la quarta costa
    Nessuna vera logica se adottata per l'iperidrosi di Palmar. In questo caso particolare, le clip sono state applicate dopo che il nervo è stato esposto al calore dell'elettrocauterizzazione e a compressione meccanica assai grossolana. Il ganglio T3 finisce pesantemente schiacciato, anche se non completamente neutralizzato. Il ganglio T4 rimane illeso.
  • Taglio (pura corrente di taglio o dissettore ad ultrasuoni)
  • taglio al margine superiore della quarta costa
    Il taglio risulterà vicino al ganglio T3 o, data la frequente sovrapposizione di tale ganglio sulla costa, lo trancerà direttamente: efficace per l'iperidrosi palmare, ma rischio di creare un ganglio instabile e di una maggiore frequenza di recidive.
  • taglio diretto sulla quarta costa
    Rischio di lesione parziale al ganglio T3. Difficile trovare una logica per tale procedura.
  • taglio al margine inferiore della quarta costa
    ETS intergangliare T3-T4: risultati incerti per quanto riguarda l'iperidrosi palmare (risultato asimmetrico, tasso di recidiva significativo).
  • La modalità di taglio dell'elettrobisturi, se applicata correttamente (taglio graduale di piccoli segmenti di tessuto alla volta, erogando impulsi brevissimi di corrente), fornisce un taglio netto e impedisce che il calore penetri più in profondità nei tessuti e lungo il nervo. Si noti il sottile margine coagulato della finestra pleurica e i capillari intatti vicino al bordo di taglio della catena simpatica.

    Coagulazione "soft" (bassa tensione a curva sinusoidale ininterrotta)
  • coagulazione sulla 4a costa
    Danno termico variabile al ganglio T3 (rischio di ganglio instabile), iperidrosi palmare ridotta in misura imprevedibile.
  • Coagulazione standard, fulgurazione, laser
  • coagulazione al margine della 4a costa
    Crea notevole danno al ganglio T3 senza garanzia di neutralizzarlo definitivamente, instabilità del ganglio non esclusa. Nessun impatto sul ganglio T4. Probabile cessazione dell'iperidrosi palmare, grado variabile di sudorazione compensatoria.
  • coagulazione sulla 4a costa
    Partial/extended heat damage of ganglion T3, in addition even ganglion T4 may be damaged in its upper portion (potentially unstable ganglia). Risulta in danno termico variabile al ganglio T3, eventualmente anche alla parte superiore del ganglio T4 (gangli potenzialmente instabili).
    Coagulazione radicale del tronco simpatico sulla quarta costa, distruggendo una parte significativa del ganglio T3 [rcg3 = ramus grigio comunica T3]. L'immagine mostra il primo passo di una procedura più estesa (simpaticectomia R4-R5 -> Video

ETS "T2-T3" ("rib-oriented" = R2-R3) ↰ 

Di solito viene eseguita recidendo il tronco simpatico, dove incrocia la seconda e la terza costa, usando elettrocauterizzazione più o meno estesa sulla cospetto anteriore della costa.

La simpatocotomia R2-R3 (generalmente, ma erroneamente definita ETS T2-T3) era il metodo chirurgico più usato negli anni '90 ed è ancora ampiamente in uso, nonostante dovrebbe essere considerato obsoleto e sostituito da una tecnica chirurgica più selettiva.

I rischi potenziali riguardanti il ganglio stellato durante l'interruzione a livello della seconda costa sono menzionati sopra (ETS T2). La procedura lascia il ganglio T2 più o meno danneggiato. La neutralizzazione completa del ganglio T2 è garantita solo se viene coagulato o resecato anche il segmento del tronco simpatico interposto nello spazio intercostale. In caso contrario, la lesione al ganglio T2 può risultare parziale, portando eventualmente ad un potenziale "hotspot" a causa della depolarizzazione caotica delle membrane neuronali instabili. Il ganglio T3 è raramente coinvolto; solo applicando una massiccia energia di coagulazione sulla terza costa, il ganglio T3 può subire un danno marginale.

Da un punto di vista terapeutico, oggi non c'è ragione di perseverare con questo approccio. Al contrario, può solo contribuire ad aumentare il rischio di complicazioni ed effetti collaterali.

Simpaticotomia bilaterale R2-3 con coagulazione parziale del ganglio T2. Uso molto audace o, meglio, sconsiderato dell'elettrocauterizzazione fulgurante su dissettore, mostrando una distruzione troppo estesa su troppi livelli. La punta larga del dissettore richiede impostazioni di tensione particolarmente elevate per ottenere il salto di scintilla. Oltre all'incapacità di limitare la portata e la penetrazione dell'energia termica, causando danni più profondi del necessario ai tessuti con questa modalità di elettrocauterizzazione, la parte relativamente grande non isolata di questo strumento comporta un rischio maggiore di contatto accidentale e danni alle strutture adiacenti. Infine, non da ultimo, osservando l'intrepida presa e la coagulazione del margine rostrale di taglio del nervo, al limite superiore della seconda costa (il video lo mostra bilateralmente !), vicino a o sulla parte inferiore del ganglio T1, è da considerare un miracolo se questo paziente non ha subito una sindrome di Horner. Una tecnica degli anni '90 apparentemente ancora in uso nel 2013 (!).
Video (2013)

Questa immagine mostra una curiosa procedura che prevede la coagulazione del ganglio T2 dal bordo inferiore della 2a costa fino alla faccia anteriore della 3a costa e, successivamente, l'applicazione di clip su entrambe le estremità (quella superiore comprime il ganglio T2). Il risultato è una completa esclusione del ganglio T2 e nessun coinvolgimento del ganglio T3.
Video

ETS "T2-T4" ("rib-oriented" = R2-R4) ↰ 

Questa triplice divisione del tronco simpatico viene generalmente eseguita anche con l'elettrocauterizzazione, dove la catena attraversa la 2a, 3a e 4a costola, utilizzando vari gradi di energia termica sulla superficie anteriore delle costole.

Il risultato è di solito una lesione parziale del T2 e una pesante lesione del ganglio T3, a meno che i segmenti della catena simpatica, interposti fra le due coste e recanti i due gangli, non siano ulteriormente coagulati o escissi in toto.

La simpaticotomia R2-R4 (generalmente, ma in modo fuorviante chiamata ETS T2-T4) era il metodo chirurgico più comune alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90. Appare essere ancora in uso in molti centri di chirurgia toracica in tutto il mondo, come si evince fra altro da video pubblicati di recente, presumibilmente perchè molti chirurghi basano le loro procedure su pubblicazioni risalenti all'epoca pionieristica iniziale.

I rischi di tale procedura multilivello rappresentano la somma dei rischi delle procedure citate per un singolo livello costale.

Oggi non esiste alcuna indicazione per esporre il paziente a tale pratica traumatica e dovrebbe essere definitivamente abbandonata.

Interruzione con corrente blend e coagulazione su R2-R4: metodo usato originariamente (fine anni '80, anni '90)
La procedura mostrata nel video viene eseguita utilizzando, per bruciare il tessuto, una pinza dalla presa troppo ingombrante. I gangli T2 e T3 sono entrambi parzialmente danneggiati, ma nessuno è stato completamente neutralizzato. La superficie di contatto dell'elettrodo con il nervo è troppo ampia e richiede un'intensità di energia elevata per ottenere la divisione del nervo. Inoltre risulta molto lunga la parte dello strumento non coperta da isolamento, il che aumenta il rischio di lesioni accidentali alle strutture adiacenti.
Video

Simile uso di corrente mista ("blend") sulla costa 2-4. Fulgorazione estesa lateralmente lungo la costsa (pratica discutibile impiegata per dividere i nervi ipotetici di Kuntz)
Video

Curioso "superclipping" dalla seconda alla quarta costa: dopo una dissezione molto ruvida, vengono applicate 9 clip, apparentemente a caso, lungo il tronco simpatico.
Vengono schiacciati non solo i segmenti intergangliari, ma anche i gangli stessi. Si può mettere in dubbio la logica dell'uso delle clip, quando i gangli sono già irrimediabilmente danneggiati durante la dissezione.
Inoltre le clip sono applicate perpendicolarmente alla superficie pleurica, rischiando così di pizzicare o di causare irritazione al nervo intercostale sottostante.
L'estensione laterale dell'elettrocauterizzazione lungo le coste ("Estensione-anti-nervo-di-Kuntz") aumenta il trauma e il disagio postoperatorio, ma contribuisce ben poco al risultato clinico.
Video

Procedura mista con bisturi armonico: simpaticotomia sul collo della 2a e 4a costa; estirpazione del segmento sopra la 4a costa, ferendo in modo incompleto il ganglio T3. Ganglio T2 parzialmente danneggiato. Tronco principale sopra la seconda costa indenne (deliberatamente evitato o mancato?), solo qualche timido tentativo di coagulazione laterale sulla 2a costa (caccia al Kuntz?). La logica dietro questa procedura rimane poco chiara.
Video

Orrendo esempio di coagulazione con ampia carbonizzazione su tre livelli (2a, 3a e 4a costa). L'azione è estesa di 2-3 cm lateralmente, apparentemente per includere ipotetici nervi di Kuntz. Superfluo dire che i gangli possono aver subito diversi gradi di danno senza essere stati definitivamente neutralizzati. Le strutture adiacenti (articolazioni costovertebrali, nervi intercostali,...) sono inutilmente lesionate. Infatti, il paziente ha sofferto per settimane, dopo l'intervento, di forti dolori intercostali e respiratori e ha sviluppato un'iperidrosi compensatoria estremamente invalidante.

ETS "T3-T4" ("rib-oriented" = R3-R4) ↰ 

Generalmente si esegue tagliando il tronco simpatico con l'elettrobisturi dove passa di fronte alla 3a e 4a costa, usando energia termica di intensità variabile.

Il risultato è una distruzione parziale, subtotale o completa del ganglio T3, poichè il ganglio T3 raggiunge nella maggioranza dei casi la 4a costa e spesso si colloca sulla faccia anteriore della costa. La recisione del nervo a livello della 3a costa dividerà, nel migliore dei casi, il segmento intergangliare T2-T3; più spesso, la situazione anatomica è meno favorevole e il ganglio T2 potrebbe subire danni.

Video Video che mostra una simpatomia bilaterale sia a livello di R3 che di R4 con bisturi armonico. Poiché i confini del ganglio non sono rispettati, il ganglio T3 è parzialmente danneggiato (forse anche il T2).

L'escissione del segmento intercalato comprende generalmente il ganglio T3. Eccezionalmente, in caso di ganglio T3 in posizione bassa, sarà coinvolta solo la parte superiore del ganglio. Il ganglio T4 rimane praticamente sempre intatto. Il livello esatto e la modalità di divisione (forbice o tipo/energia della corrente), nonchè l'eventuale coagulazione di vasi sanguinanti, determinano il grado di danni ai gangli vicini (T2, T4) e/o di lesioni termiche ai nervi intercostali.

Come in qualsiasi procedura che mira alle coste, il bersaglio vero (cioè la catena simpatica) viene colpito a caso, fortuitamente, trascurando i confini anatomici dei gangli e dei segmenti intergangliari.


ETS "T2-T5" (rib-oriented = R2-R5), "T3-T5" (= R3-R5) and "T4-T5" (= R4-R5) ↰ 

Diversi autori ritengono che l'inclusione del livello R5 possa essere utile per trattare l'iperidrosi ascellare.

Effettivamente, dal punto di vista anatomico causerebbe danni di entità variabile al ganglio T4 (senza in alcun modo coinvolgere il ganglio T5).

Mancano studi controllati che dimostrerebbero che la resezione o la coagulazione del solo ganglio T4 sarebbe più efficace nell'abolire l'iperidrosi ascellare, invece di neutralizzare il solo ganglio T3.

L'esperienza ha dimostrato che l'esclusione del ganglio T3 non tratta soltanto l'iperidrosi palmare, ma anche un'eventuale iperidrosi ascellare coesistente con effetto duraturo nella maggior parte dei casi.

Come sempre quando si applica energia termica sulla 3a costa, e in particolare al suo margine superiore, il ganglio T2 rischia di essere danneggiato, con possibili pesanti effetti collaterali.


Bloccaggio ("Clamping") R3-R5. 3 clip applicate su ogni costa (dalla 3a alla 5a costa), dopo aver inciso la pleura su entrambi i lati del nervo dove la catena attraversa la costola, utilizzando corrente mista con notevole effetto distruttivo coagulante sul nervo. A proposito: il professore nelle sue spiegazioni sostiene anche che i gangli sono situati sulle costole, cioè dove il nervo si incrocia e passa davanti alla costola. Ciò non corrisponde alla reale posizione dei gangli, che in genere si trovano molto più in basso nello spazio intercostale. Pertanto, le clip posizionate sul margine superiore e inferiore della terza costola non hanno alcun effetto sul ganglio T3 (che si trova molto più in basso), ma è probabile che comprimano parte del ganglio T2, almeno con la clip applicata al margine superiore della costola. Video

Singolare clippaggio multilivello R4-6. Clip applicate al margine superiore delle coste 4-6 (il video mostra il ganglio T3 che si sovrappone alla 4a costa ed è compresso da 2 clip). Intervento inteso per trattare l'iperidrosi ascellare, il coinvolgimento del ganglio T3 estenderà comunque l'effetto anche alle mani.
Video

Simpatectomia R4-R5 che mostra un'ampia distruzione tissutale su costole e spazio intercostale, coinvolgendo il ganglio T3 e T4 nonchè i nervi intercostali, le articolazioni costovertebrali, ecc, con un uso esagerato di elettrocauterizzazione.
Video


PROCEDURE ORIENTATE AL GANGLIO  ↰ 

ETS T2
ETS T3
ETS T2-3
ETS T3-4
ETS T4

ETS T2 (mirata al ganglio D2) ↰ 

Esistono vari metodi per bloccare, distruggere o rimuovere il ganglio T2, ma il danneggiamento o l'esclusione del ganglio T2 non è quasi mai richiesto e dovrebbe essere evitato. Una minoranza di pazienti può soffrire di effetti collaterali cardiovascolari o riguardante la termoregolazione potenzialmente gravi (vedi conclusioni). Solo il segmento intergangliale tra T1 e T2 può essere interrotto, avendo cura di lasciare entrambi i gangli illesi. Per mantenere una distanza di sicurezza da entrambi i gangli, l'interruzione dovrebbe essere eseguita immediatamente sotto il bordo inferiore della seconda costola. Qualora si rendesse necessaria e si tentasse la ricostruzione in caso di effetti collaterali insopportabili, una possibilità di recupero della funzione nervosa sarebbe possibile solo se l'interruzione fosse stata effettuata in questo punto preciso e senza aver creato lesioni ai gangli.

L'arrossamento del viso (blushing facciale) richiede il blocco dei segnali nervosi diretti rostralmente in uscita dal T2, che può essere ottenuto interrompendo il segmento interganglionale tra T2 e T1 (ganglio stellato), facendo attenzione a mantenere una distanza di sicurezza da T1. Come accennato, l'interruzione si realizza al meglio al bordo inferiore della 2a costa, eseguendo un unico taglio netto o, meglio, applicando una sola clip.

Non vi è alcun motivo razionale comunque di danneggiare il ganglio T2. Purtroppo le recidive del blushing non sono rare (nell'ordine del 10%), apparentemente causate dal reindirizzamento dei segnali nervosi attraverso il ganglio stellato. I nervi di Kuntz sembrano essere solo un'ipotetica causa di recidive. L'autore ha eseguito decine di ri-operazioni (taglio dopo il precedente clamping), estendendo il taglio lateralmente per dividere i possibili nervi di Kuntz, senza ottenere alcun miglioramento in nessuno dei pazienti. L'unica procedura adatta a risolvere la FB in questi casi è stato il clampaggio del ramo pregangliare del T1, ma l'operazione, eseguita in soli 13 casi, comporta un rischio significativo di complicanze come la sindrome di Horner, aumento della bradicardia, iperidrosi compensatoria.

La stessa procedura controlla in modo affidabile l'iperidrosi facciale, ma con un rischio maggiore che ne consegua un'iperidrosi compensativa, e non soltanto una sudorazione compensatoria ben sopportabile. I pazienti con questo tipo di iperidrosi sono spesso particolarmente termosensibili. Il loro termostato centrale è "programmato" per reagire più intensamente all'aumento della temperatura esterna o della temperatura corporea rispetto alla persona media. Interrompendo le fibre sensoriali afferenti che corrono nella catena simpatica si può interrompere il feedback sensoriale richiesto che regola la risposta del sistema termoregolatorio. Il risultato potrebbe plausibilmente essere un flusso massiccio incontrollato di segnali efferenti diretti alle ghiandole sudoripare del tronco. Pertanto, la selezione del paziente deve essere molto accurata e le informazioni preoperatorie al paziente devono concentrarsi su questo rischio elevato. In ogni caso è da preferire la metodica del clampaggio. L'interruzione del segmento intergangliare T2-T3 (un livello più basso applicando una singola clip al margine inferiore della 3a costola) può essere una procedura alternativa, ottenendo una riduzione della sudorazione facciale in alcuni casi. Gli effetti collaterali sono di solito inferiori, ma l'effetto desiderato non è prevedibile in modo affidabile, spesso insufficiente o assimmetrico, e richiedere un nuovo intervento chirurgico (applicando un livello di clamping più alto).



Clip posizionata appena sotto il bordo inferiore della 2a costa

Video

ETS T3 (ETS mirata al ganglio D3) ↰ 

Neutralizzare il ganglio T3 elimina efficacemente l'iperidrosi palmare con un eccellente risultato a lungo termine e ha dimostrato di produrre il miglior compromesso tra il risultato desiderato e gli effetti collaterali indesiderati. È anche molto efficace nel ridurre l'iperidrosi ascellare associata.

Il ganglio viene esposto, aprendo la pleura con cautela e senza arrecare il minimo danno termico o meccanico, fino ad individuarne le estremità (in alcuni casi, il ganglio può anche estendersi oltre il bordo inferiore della 4a costa). La sua estremità superiore si trova sempre al di sotto del bordo inferiore della 3a(!) costa. L'interruzione deve essere eseguita con precisione a livello intergangliare, al margine inferiore della costa, non attraverso il ganglio stesso. Sembra che la neutralizzazione completa del ganglio, e non solo l'interruzione delle connessioni, aumenti l'efficacia a lungo termine, anche se tale risultato sia ancora da dimostrare in studi clinici comparativi.

Clips

1 clip applicata al margine inferiore della 3a costa, 1 clip al margine inferiore della 4a costa (con o senza clip sul ramo comunicante grigio - grc) . Il ganglio stesso rimane vitale, ma le connessioni in uscita sono bloccate.

Clip sopra e sotto il ganglio T3, ramo comunicante grigio (rcg) diviso. Nota la posizione del ganglio che nell'immagine copre la 4a costa.


Procedure analoghe con l'aggiunta di una terza clip sul ramo comunicante grigio (rcg).
Video

Elettrobisturi

Il ganglio è isolato mediante divisione netta (corrente di taglio pura) al bordo inferiore della 3a costa e al bordo inferiore della 4a costa, cauta (=morbida) coagulazione del ganglio mentre si solleva il ganglio dalle strutture sottostanti, mantenendo una continua consapevolezza della distribuzione della densità di corrente e dello sviluppo di calore. Questa procedura è paragonabile alla resezione del ganglio, ma può essere realizzata con un approccio a 2 porte. Metodo eccellente per l'iperidrosi palmare per ottenere risultati affidabili a lungo termine con effetti collaterali limitati.

Nota: le estremità del nervo si sono ritirati dopo la divisione, il ganglio si è contratto.
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Qualsiasi altra tecnica (uso di corrente mista, divisione in altre sedi, fulgorazione, coagulazione dei gangli spingendo l'elettrodo verso strutture sottostanti, ecc.) implica un rischio significativo di danneggiare i gangli e/o le strutture adiacenti (nervo intercostale, articolazione costovertebrale, ecc.).

Resezione

Divisione netta (elettrotaglio semplice o forbici con applicazione di clip per sigillare la superficie di taglio del nervo) al margine inferiore della 3a costa e al bordo inferiore della 4a costa, escissione del ganglio, se necessario cauta (morbida) coagulazione di vasi sanguinanti senza danneggiare le strutture adiacenti o sottostanti.

T3 asportato dal margine inferiore della 3a costa al margine inferiore della 4a costa.

Differire dalla tecnica descritta, allentando la precisione, (p.es. eseguendo il taglio senza sigillare, usando coagulazione intensa per fermare un'emorragia, la divisione al centro o sopra la costa, ecc.) comporta sempre il rischio di provocare danni collaterali e, di conseguenza, disagi post-operatori ed effetti collaterali a lungo termine.


Resezione del ganglio T3 con le sole forbici, senza sigillare o coagulare i bordi tagliati. Rischio di formazione di neuroma. La procedura completa è mostrata nel video.
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ETS T2-T3 (ETS mirata ai gangli) ↰ 

Questo termine implica il blocco, la distruzione o la rimozione di entrambi i gangli T2 e T3.

Di norma, non esiste una logica per eliminare entrambi i gangli. Si rischia solo di aggiungere o aumentare l'intensità degli effetti collaterali, senza migliorare il risultato desiderato.

Come per altre varianti dell'ETS ci sono diverse tecniche chirurgiche in uso per effettuare tale intervento.

La divisione della catena simpatica sopra il ganglio T2 e sotto il ganglio T3 è seguita da coagulazione o resezione del segmento intermedio che contiene i due gangli.

Oltre alla distruzione / asportazione, assolutamente superflua, del ganglio T2, si possono verificare danni collaterali se la coagulazione viene usata copiosamente per fermare emorragie o per fulgorare i gangli.

Una singolare variante di questo principio consiste nel recidere i rami comunicanti dei gangli T2 e T3, seguito dal blocco della catena sopra il ganglio T2 e a livello del ganglio T3, senza resecare il segmento.

Bloccaggio con diverse clip sopra il ganglio T2 e ulteriori clip sul ganglio T3, dopo aver sezionato tutti i rami comunicanti. Data l'anatomia del ganglio T3, parte di esso finirà schiacciato in modo casuale dalle clip. Non ci si può aspettare che il risultato clinico sia diverso da una resezione di questi gangli. Ancora una volta: molto discutibile l'esclusione del ganglio T2, ma presumibilmente meno dannoso che lasciarlo parzialmente funzionante.
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ETS T3-T4 (ETS mirata ai gangli) ↰ 

Distruzione o rimozione di entrambi i gangli T3 e T4.

Metodica a volte utilizzata in pazienti con iperidrosi palmare e ascellare combinata. Generalmente, dopo una completa distruzione/escuzione del ganglio T3, anche la sudorazione sotto l'ascella cessa o si riduce a livello normale. È possiblie, ma non dimostrato in studi, che l'inclusione del ganglio T4 possa prevenire il tasso di ricorrenza della sudorazione ascellare.

Come per altre varianti di ETS ci sono diverse tecniche chirurgiche in uso per ottenere il risultato.

La divisione della catena simpatica sopra il ganglio T3 e sotto il ganglio T4 è seguita da coagulazione o resezione del segmento intermedio contenente i due gangli.

Durante la resezione possono verificarsi danni collaterali se la coagulazione viene usata in modo troppo intenso, p.es. per fermare le emorragie o per coagulare i gangli.

ETS T4 (ETS mirata ai gangli) ↰ 

La neutralizzazione del solo ganglio T4, se effettuata in modo netto e pulito, indipendentemente dalla tecnica (come descritto sopra -> ETS T3 mirata al ganglio), produce risultati disomogenei ed inaffidabili, se utilizzata per trattare l'iperidrosi palmare.

L'autore non ha esperienza nel trattamento dell'iperidrosi ascellare isolata con questo metodo.

Tagli "sporchi" sulla 4a costola possono danneggiare il ganglio T3 in modo tale da favorire la soppressione dell'iperidrosi alle mani, ma il danno parziale potrebbe anche dar luogo all'insorgenza di attività patologica del ganglio ed effetti collaterali di intensità imprevedibile. Tale procedura deve essere classificata come R4 orientata alle costole e non come procedura T4 orientata ai gangli.

RESEZIONE  ↰ 

Le resezioni implicano la rimozione di una sezione della catena simpatica.

I seguenti parametri sono elementi cruciali di una resezione:

  1. Come è stata eseguita la divisione della catena alle due estremità superiore ed inferiore.
  2. A che livello è stato eseguito il taglio superiore e inferiore.
  3. La lunghezza del segmento rimosso.
  4. Come sono stati sezionati i rami comunicanti.
  5. Come sono stati trattati i vasi sanguinanti.

Per la divisione e la dissezione del nervo dovrebbe essere scelta la metodica meno traumatizzante tra quelle descritte sopra, mantenendo al minimo la diffusione del danno termico. I confini anatomici della catena dovrebbero essere rispettati, evitando danni parziali ad un ganglio, compreso il taglio attraverso un ganglio.

L'iperidrosi e il blushing facciale possono essere trattati con una sola interruzione (preferibilmente con una clip). La resezione del ganglio non è mai indicata né necessaria.

L'iperidrosi palmare o palmo-ascellare va preferibilmente trattata neutralizzando il ganglio T3. Ciò può essere effettuato, senza rimuoverlo, tramite un'attenta coagulazione del ganglio, previa sezione delle due estremità, oppure può essere rimosso (resezione). In alternativa, il ganglio T3 può essere efficacemente isolato applicando clip in titanio sopra, sotto e sul ramo comunicante.

La resezione del ganglio T2 o le escissioni estese, che coinvolgono più gangli (come negli esempi seguenti), non sono quasi mai necessarie e dovrebbero essere evitate.


T2-T4 (elettrocauterizzazione in modalità di taglio e mista)

Resezione dei gangli T2 e T4 (dalla 2a costa al 4o spazio intercostale) con corrente di taglio e mista. Parte inferiore del ganglio T4 lasciato in sede, termicamente danneggiato. Inutili ustioni carbonizzanti ai bordi del taglio.
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T3-T5 (bisturi armonico)

Resezione dei gangli da T3 a T5 con bisturi armonico
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T2-T3 (elettrocauterizzazione in modalità mista)

Resezione dei gangli T2 e T3 con elettrocauterizzazione (modalità corrente mista). Impostazione dell'energia troppo elevata, che porta alla propagazione incontrollata del calore e alla carbonizzazione dei tessuti circostanti.
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T2-T6 (sinistra), T3-T7 (destra) - Simatectomia assistita da robot (elettrocauterizzazione in modalità mista): un metodo discutibile.

Il video mostra un tipico esempio di uso improprio di strumenti e tecnologia, eccessiva distruzione della catena simpatica, abuso sistematico di corrente coagulante ad energia eccessivamente elevata con proprietà di taglio, danni collaterali alle strutture circostanti, apparente ignoranza delle proprietà fisiche dell'elettrocauterizzazione... In altre parole: un esempio vivido di come rendere una procedura, in genere semplice e miniinvasiva, eccessivamente elaborata, pasticciosa e complessa, dispendiosa in termini di tempo, eccessivamente traumatica e troppo radicale. E non per ultimo: non simmetrica (!).
Immagine a destra: lesione termica al polmone (in basso a sinistra). La cattiva abitudine di usare un dissettore per la coagulazione ed adirittura per il taglio (come mostrato nel video!), può provocare involontarie danni termici alle strutture adiacenti, qualora il chirurgo non tiene sotto controllo visivo le superfici non isolate dello strumento.
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Attenzione! Per ottenere un taglio netto, la superficie di contatto dell'elettrodo con il nervo deve essere minima. Altrimenti, un contatto ampio dell'elettrodo con il tessuto porta alla dispersione dell'energia e quindi ad un effetto di coagulazione "soft" che rischia di creare un esteso e profondo danno termico, nonostante sia stato impostato la modalità di corrente di taglio, :

Metodo assai rischioso! Il nervo è stato sollevato con l'elettrodo a uncino a livello della 2a costa. Al momento dell'applicazione di corrente in modalità taglio, l'intera superficie dell'elettrodo è a contatto con il nervo, invece della sola punta. Il calore si sviluppa troppo lentamente nel tessuto, l'impedenza del tessuto rimane bassa per troppo tempo e permette all'energia termica di diffondersi in direzione craniale più del previsto, mettendo a rischio il ganglio stellato (notare lo scolorimento biancastro da coagulazione del nervo a distanza dall'elettrodo). Video


OSSERVAZIONI CONCLUSIVE  ⇧ 

  • Un ganglio non si trova mai sulla costa che porta lo stesso numero. Inizia in genere qualche millimetro sotto il bordo inferiore della costa. Spesso raggiunge il margine superiore della prossima costa o addirittura la copre, almeno in parte (ad es. il ganglio T2 si trova vicino o si estende sulla 3a costa).
  • L'applicazione della clip al margine superiore della costa provoca spesso una compressione parziale di tale ganglio, rischiando così di creare una focalaio neurologicamente instabile.
  • Un segmento di nervo instabile può derivare anche dall'uso dell'elettrobisturi in modalità coagulazione (o con taglio "blend") sulla costa per dividere il tronco.
  • Effetti collaterali come bradicardia (bassa frequenza cardiaca), ipotensione (bassa pressione sanguigna), termoregolazione instabile, iperidrosi compensatoria estrema sono principalmente legati a danni parziali o alla distruzione completa del T2. La simpatectomia o blocco del ganglio T3, se eseguita con precisione, senza mai toccare il ganglio T2, appare ridurre gli effetti collaterali intollerabili a quasi zero, mentre l'iperidrosi palmare (e ascellare) è controllata in modo affidabile. Unfortunately, molte procedure chirurgiche, definite "ETS T3", interferiscono con il ganglio T2, causando diversi gradi di lesione meccanica o termica al ganglio, mentre il ganglio T3 non viene neppure sfiorato. Nella maggior parte degli studi pubblicati sulla simpatectomia, la descrizione della procedura è tutt'altro che precisa o del tutto assente. Inutile menzionare la confusione che si crea quando si cerca di interpretare i risultati.
  • L'interruzione della catena nella parte superiore della 3a costa, come raccomandato dal consenso di esperti della Società di Chirurgia Toracica Statunitense (STS), metterà in pericolo il ganglio T2 e dovrebbe se possibile essere evitata per prevenire gravi effetti collaterali. Pertanto, nella terapia dell'iperidrosi dell'arto superiore, qualsiasi intervento sul nervo simpatico al di sopra del margine inferiore della 3a costa dovrebbe essere evitato.
  • Le procedure "rib-oriented" interrompono la catena simpatica in altezza di un punto di repere riferito alla costa. Il risultato è che il vero obiettivo (cioè la catena simpatica) verrà colpito in modo casuale, poiché l'anatomia della catena stessa è piuttosto variabile. Infatti, il chirurgo non tiene conto dei confini anatomici dei gangli e dei segmenti intergangliari. L'ampia gamma e l'eterogeneità dei mezzi tecnici e dei metodi per effettuare l'interruzione aumentano l'incertezza quando si cerca di interpretare le pubblicazioni di studi clinici. In altre parole, con approcci nei quali si mira alle coste, senza tenere conto dell'anatomia della catena simpatica, possiamo solo vagamente indovinare quale parte della catena simpatica è stata esclusa o interrotta e non abbiamo alcuna indicazione in quale misura il nervo sia stato danneggiato o neutralizzato. Di conseguenza, le informazioni provenienti dalla maggior parte dei rapporti sono quasi inutili, se l'obiettivo era quello di aumentare le conoscenze sull'esito della chirurgia simpatica.
  • Ancora peggio sono pubblicazioni che non danno una descrizione più precisa del livello e del metodo impiegato, magari menzionando, semmai, approssimativamente "T3" o "T2-4", - e gli esempi in letteratura sono tantissimi -, riempiendo le riviste scientifiche con informazioni superficiali di scarsa utilità.
  • Non c'è provocazione nell'esprimere queste considerazioni, anzi, considero provocatorio che una grande comunità chirurgica insista nell'infierire ciecamente su una struttura complessa e delicata come la catena simpatica, senza rispetto per la sua anatomia e le sue delimitazioni segmentali, e utilizzando il più delle volte metodi grezzi per interromperla, invece di agire con massima accuratezza ed adottare i principi della neurochirurgia. La triste conclusione è che la maggior parte delle pubblicazioni sull'argomento è da valutare con notevole scetticismo.
  • È allucinante constatare che, tra i video accessibili al pubblico, la maggior parte mostra metodi eccessivamente distruttivi e/o non tiene conto dell'anatomia della catena simpatica. Meglio non immaginare che questo rappresenti una proiezione di come l'ETS viene eseguita in tutto il mondo. Esaminando questi documenti, si giunge alla conclusione che non sembra esserci alcuna differenza tra i migliori ospedali universitari universitari e le unità di chirurgia toracica periferiche. Nemmeno un gran numero di interventi chirurgici eseguiti garantisce un risultato migliore per i pazienti, se il metodo impiegato replica in modo persistente una tecnica obsoleta o approssimativa.
  • Tra la moltitudine di metodi che mirano all'interruzione della catena simpatica dorsale, tutti figuranti con il termine di "ETS", solo una minima frazione può essere considerata accettabile in quanto sufficientemente accurata e delicata con il nervo, i suoi gangli e le strutture circostanti. La maggior parte dei metodi, ampiamente utilizzati e molti ancora in uso, non soddisfano i criteri di minima traumatizzazione, di approccio anatomicamente sano a livello corretto. Finché non verrà riconosciuto, e finché ogni chirurgo eseguirà l'ETS alla "sua" maniera, magari effettuando solo un paio di interventi all'anno ("perché è così semplice"), perpetuando procedure descritte oltre 20 anni fa o utilizzando come tutorial alcuni dei tanti video ingenuamente pubblicati in rete, continuerà ad aumentare il numero di pazienti con esiti sfavorevoli.

L'ETS è un metodo estremamente valido per trattare l'iperidrosi palmare, ma deve essere eseguito al livello corretto, con precisione e utilizzando il metodo meno traumatico disponibile. Il problema dell'ETS non è il principio in sé, ma il modo in cui viene eseguito. E purtroppo, con la maggior parte dei metodi descritti, il paziente deve fare affidamento sulla sua fortuna per non ritrovarsi con pesanti effetti collaterali indesiderati.

L'ESB (blocco con clip singola) può essere una buona soluzione anche per i pazienti con disturbi facciali debilitanti che non rispondono alla terapia convenzionale. Tuttavia, il tasso di ricorrenza è più elevato per il rossore del viso e, per l'iperidrosi facciale, la selezione dei pazienti deve essere particolarmente rigorosa, a causa del rischio significativamente più elevato di iperidrosi compensativa/reattiva in quest'ultima categoria di pazienti. La reversione dell'intervento (rimozione della clip) porterà alla riduzione della sudorazione compensatoria solo se il nervo non è stato completamente schiacciato dalla clip.


Suggerimenti tecnici e sintesi

  • La catena simpatica non è un nervo periferico con intersezioni che possono essere tagliate, compresse ("clippate") o coagulate con approssimazione. Dovrebbe essere considerata come una serie di strutture cerebrali in miniatura collegate con brevi segmenti nervosi. Dopo un trauma meccanico o termico, la membrana delle cellule nervose che costituiscono i gangli, può diventare permanentemente danneggiata e iperpermeabile. Il ganglio può sviluppare una iperattività incontrollata e un comportamento instabile, simile ad un focus epilettico dopo un trauma cerebrale. Diverse osservazioni sostengono la teoria che questo meccanismo può contribuire o innescare gravi effetti collaterali indesiderati:
     a)  Pazienti, che a causa di un'insopportabile iperidrosi compensatoria hanno subito la ricostruzione della catena simpatica con innesto nervoso, riferiscono spesso un miglioramento poco tempo dopo l'intervento. L'innesto stesso, tuttavia, richiederebbe diversi mesi per ottenere una qualsiasi funzione. Sembra ragionevole dedurre che la recisione del nervo in tessuto sano, per bypassare la cicatrice e preparare un punto di connessione per l'innesto, blocchi un flusso di segnali esagerato, proveniente da un segmento di ganglio patologicamente alterato.
     b)  Un altro elemento che suggerisce la presenza di gangli instabili è l'effetto sorprendente delle sostanze antiepilettiche stabilizzanti a membrana, trovate recentemente in pazienti selezionati con iperidrosi compensatoria debilitante sotto farmaci off-label con topiramato.
     c)  Nell'esperienza personale dell'autore, l'adozione di un metodo anatomicamente preciso e tecnicamente accurato ha ridotto drasticamente l'incidenza di effetti collaterali insopportabili in pazienti operati per iperidrosi palmare dopo il 2001.
  • L'interruzione (taglio o clip) deve essere eseguita con la massima precisione possibile sul segmento intergangliare, meglio al centro di questo segmento per garantire una distanza di sicurezza dai gangli adiacenti.
  • Un ganglio deve essere conservato completamente integro o, se necessario, distrutto completamente (dopo aver tagliato le connessioni con gli altri gangli), ma mai lasciato parzialmente danneggiato..
  • Se i gangli non sono chiaramente visibili attraverso la pleura, la pleura deve essere incisa lungo tutta la lunghezza del ganglio per determinarne i confini.
  • Utilizzare clip o corrente di taglio, evitare la coagulazione (a meno che non si evitino con molta attenzione i danni termici collaterali)
  • L'interruzione dovrebbe seguire rigorosamente l'anatomia del sistema nervoso simpatico e non lo scheletro sottostante (coste).
  • Nel trattamento dell'iperidrosi palmare, il ganglio T2 deve essere lasciato il più possibile intatto.
  • Per l'arrossamento del viso e l'iperidrosi facciale basta una singola clip sul segmento intergangliare tra T1 e T2 (bordo inferiore della seconda costa). Tenere presente il tasso di ricorrenza più elevato per la FB, ma ulteriori misure chirurgiche non modificheranno il risultato. Si consideri anche la maggiore indidenza dell'iperidrosi compensatoria fastidiosa in pazienti operati per iperidrosi facciale (la rimozione delle clip è necessaria nel 13% dei casi).
  • Una leggera ricorrenza di umidità nelle mani/piedi è altamente preferibile ad una grave iperidrosi compensatoria, quindi, in tutti i casi, si dovrebbe dare la preferenza all'approccio più limitato possibile per raggiungere un risultato affidabile! Se eseguita correttamente (neutralizzazione pulita del ganglio T3), il tasso di ricaduta è trascurabile (nell'ordine del 1-2%).
  • Quando si interrompe il tronco simpatico "alla cieca" (cioè con un approccio orientato alle coste, con o senza apertura della pleura sopra il tronco), la recisione del tronco al bordo inferiore di ogni costa darà la migliore possibilità di rimanere a distanza dai gangli.
  • Evitare l'interruzione sulla costa (in mezzo alla faccia anteriore) o sul margine superiore della costa (più alta è l'interruzione sulla costa, maggiore è la probabilità di danni parziali al prossimo ganglio, quello superiore).
  • Evitare la formazione di neuroma (ad es. dopo il taglio con le forbici senza sigillare il bordo del taglio).